Il denaro prima di tutto ha una storia, un’anima. Ha un posto nella nostra vita accanto a noi insieme alla nostra famiglia, il lavoro, le nostre relazioni. È vivo, ed è sempre a servizio di qualcosa che per ognuno di noi si manifesta diversamente. Ma per un aspetto, il primo e il più importante resta uguale per tutti: è a servizio della vita, come il latte materno per un bebè. Il primo successo del denaro è dato dalla sua nascita, dall’essere arrivato, con una sua forza e grazie a tanti altri. Riconoscendola potrà andare con noi nella vita e continuare a fare crescere nuovi progetti e successi. Si muove come fosse una persona, avvicinandosi o allontanandosi da noi con una coscienza.
Da dove arriva questo “sapere”? È il linguaggio dell’anima della storia di tutti coloro che si sono avvicendati di generazione in generazione: chi lo ha guadagnato, chi lo ha sottratto senza merito, chi lo ha ereditato senza il giusto riconoscimento. Porta la memoria di perdite e guadagni, successi e insuccessi, e resta fedele a chi lo ha onorato, chi ha contribuito al suo fluire nel tempo, a tenerlo in vita, trasformandolo di volta in volta.
Il movimento del denaro riguarda tutti, riguarda la vita. Come è il nostro movimento verso il denaro? Quanto siamo aperti veramente a riceverlo o andargli incontro?
Cosa c’è dietro la relazione con il denaro che mi impedisce di prenderlo? Questa la domanda di Anna, alla quale il denaro non manca.
Tanto prodiga che non risparmia e non si risparmia a “dar via” il suo denaro quasi come fosse un peso dal quale liberarsi. Così, quando è il momento di realizzare i suoi progetti, sente forte quel sentimento di povertà che l’accompagna inspiegabilmente nella vita.
La relazione con il denaro è importante per tutti. Ha a che vedere con il guadagno e con la perdita, con la vita. Nella storia di Anna, c’è una storia importante che ancora la fa commuovere, quella della nonna materna, una donna contadina vissuta in povertà.
Il legame di fedeltà a questa grande storia è ancora vivo e presente in Anna che ne porta lo stesso sentimento di ristrettezza. Si muove con il linguaggio dell’anima della nonna. Quando è emerso durante la sessione, una grande emozione si è liberata. Non solo il grande amore trattenuto verso questa donna importante, ma anche un grido di dolore che la nonna ha sempre soffocato, senza concederselo, perché in quel momento la priorità era sopravvivere.
Quel peso che Anna sentiva, si alleggerisce, una nuova possibilità di guadagno, anche in onore della nonna, adesso è possibile.
Come si mostra il linguaggio dell’anima nella nostra vita?